Cosa loro, cosa nostra Come le mafie straniere sono diventate un pezzo d’Italia

Cosa loro, cosa nostra

Come le mafie straniere sono diventate un pezzo d’Italia

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Triadi cinesi, cult nigeriani, clan ucraini, dealers marocchini, "ladri nella legge" georgiani, gang di latinos... la prima inchiesta sulle nuove mafie italiane.

Le triadi cinesi riciclano denaro in tutta Europa (ma in epoca di Covid-19 si danno al cybercrime); i clan ucraini gestiscono il contrabbando di sigarette; i cult nigeriani amministrano il racket della prostituzione e controllano le piazze di spaccio a colpi di machete; i dealers marocchini trasportano l'hashish da Tangeri a Genova; le gang di latinos trasformano i parchetti di quartiere in zone di guerriglia. A poco a poco, le mafie d'importazione hanno guadagnato un loro spazio rispetto alle organizzazioni mafiose "tradizionali", stravolgendo l'universo del crimine così come lo conoscevamo, dove si alternavano cosche strutturate e piccolo malaffare. Cosa nostra, camorra, 'ndrangheta: nonostante le origini multiculturali, le nuove mafie si rifanno al modello della grande criminalità organizzata Made in Italy, con cui a volte guerreggiano ma spesso collaborano, prendendone a prestito i codici e le regole. Eppure, per quanto sia pervasivo nella cronaca nera il racconto di certi loro crimini efferati, continuiamo a sottovalutare la portata della loro infiltrazione, l'estensione delle loro reti, il potere dei loro boss. Lo stesso errore che per decenni fecero negli Stati Uniti occupandosi di Cosa nostra: per combatterla fu necessario ammetterne l'esistenza, studiarla, capire quanto fosse intrinseca al sistema economico e politico della nazione. E così dovremmo fare anche noi, perché le mafie straniere non sono il lato oscuro dell'immigrazione, ma il risultato dei nostri fallimenti politici, dell'incapacità dello stato italiano di controllare davvero il territorio. Il criminologo Andrea Di Nicola e il giornalista d'inchiesta Giampaolo Musumeci intrecciano atti processuali, fatti di cronaca e testimonianze dirette per ricostruire le dinamiche segrete e i riti di affiliazione di gruppi in apparenza così lontani dalla nostra vita quotidiana. Perché è proprio la volontà di non vedere che rischia di rendere sinistramente presago il titolo: Cosa loro, Cosa nostra.

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Sull'autore

Andrea Di Nicola

Andrea Di Nicola, criminologo, è professore di criminologia all’Università di Trento, dove coordina il gruppo di ricerca eCrime e l’Istituto di scienze della sicurezza. Ha diretto numerosi studi nazionali e internazionali sul nesso tra migrazioni e criminalità, il traffico di migranti, la criminalità organizzata ed economica. Su questi temi è stato esperto per istituzioni in Italia e all’estero, e ha pubblicato saggi e volumi. Ha ricevuto il Premio nazionale Paolo Borsellino. Ha scritto, insieme a Giampaolo Musumeci, Confessioni di un trafficante di uomini (Chiarelettere, 2014).

Giampaolo Musumeci

Giampaolo Musumeci è giornalista freelance, fotografo, film-maker e conduttore radiofonico. Si occupa di conflitti internazionali, attualità e immigrazione, prevalentemente in Africa e Medio Oriente. Conduce Nessun luogo è lontano su Radio 24. Autore tv, ha firmato programmi e collaborato con media italiani e internazionali. Insegna alla Scuola di giornalismo dell’Università Cattolica di Milano. Ha scritto Io sono il cattivo. Quindici ritratti di geni del male (Il Sole 24 Ore, 2020) e, con Andrea Di Nicola, il libro d’inchiesta Confessioni di un trafficante di uomini (Chiarelettere, 2014).

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